fotoamatore-coverIn questi giorni mi è capitato di ritrovare un vecchio numero de “Il Fotoamatore” del lontano dicembre 1990. Nell’editoriale, scritto dal direttore Michele Ghigo* si parla della sostanziale differenza che esiste tra il dilettante di fotografia e il vero e proprio fotoamatore. Le parole scritte da Ghigo, a distanza di un quarto di secolo, risultano oggi più che mai attuali e per tale ragione mi sembra opportuno riproporle qui di seguito in questo articolo così come sono state pubblicate. Parole che sono, per certi versi, un insegnamento di vita e rispecchiano in tutto e per tutto lo spirito che, in questi giorni di ottobre, anima il nostro corso di fotografia base e che, in ultima analisi, è “l’obiettivo” principale di Grandangolo stessa.

~Orazio Cantio~

Cosa distingue il dilettante di fotografia da colui che noi amiamo definire il fotoamatore? Non certo l’iscrizione ad un circolo fotografico od alla FIAF, anche se è attraverso la frequentazione di tali ambienti che avviene quell’evoluzione e maturazione che portano, chi si diletta di fotografia, a considerare il proprio passatempo sotto una luce diversa. Amare la fotografia è qualcosa di più del dilettarsi a fare fotografie, ed al limite si può amare la fotografia anche senza fare fotografie. L’amore è qualcosa di più grande del diletto: tutti lo abbiamo provato nella nostra vita, innanzitutto nei confronti dei nostri simili, specie se di sesso diverso. La gioia che dà l’amore è ben superiore al diletto, anche se ben praticato. Il primato dell’amore sta poi nel dare, piuttosto che nel ricevere, al contrario del diletto che ci dà maggior piacere nella forma passiva o riflessiva. Infatti tutti preferiamo dilettarci od essere dilettati, che non dilettare gli altri. Con l’amore no, l’appagamento maggiore l’abbiamo nella forma attiva, nell’amare più che nell’essere amati.
Certo l’amore per il proprio compagno o compagna, per i figli o per i genitori, sono d’importanza primaria, ma anche l’amore per altre cose della vita o del mondo, tra cui la fotografia, possono avere non trascurabile importanza ed indubbia utilità. Amare la fotografia come primario mezzo di espressione e di comunicazione significa anche farla conoscere ed apprezzare dagli altri, significa adoperarsi in prima persona per la sua diffusione e per la sua affermazione, significa praticarla con impegno e serietà non per affermazione personale, ma perché di essa possono goderne tante altre persone, coinvolte ed affascinate da questo linguaggio visivo e da quanto esso può trasmettere. Amare la fotografia può diventare anche un modo per esprimere il nostro amore verso il mondo che ci circonda, verso le persone o le cose che andiamo fotografando. Essere amatori di fotografia significa apprezzarla nei suoi diversi aspetti e nelle sue disparate utilizzazioni, nelle sue manifestazioni di oggi ma anche nel lavoro dei fotografi del passato, anche di quelli che non hanno avuto la fortuna di finire nei libri di storia della fotografia. Può far sorridere il parlare di archeologia fotografica, a poco più di centocinquant’anni dalla divulgazione del metodo fotografico per ottenere immagini, ma consideriamo quanto è bello e gratificante scovare e riportare alla luce il lavoro di tanti bravi e sconosciuti nostri predecessori! Essere fotoamatori significa dunque apprezzare le fotografie degli altri, e non solo le proprie. Proprio questo mi sembra il confine che separa il dilettante di fotografia dal fotoamatore […] caratterizzato dall’impegno da parte di ciascuno di noi a favorire la catarsi che deve liberarci dai panni meschini del dilettante di fotografia per trasformarci in veri fotoamatori.

 

*Michele Ghigo è nato a Torino e risiede a Novara. Laureato in farmacia, è stato dirigente industriale e quindi titolare di farmacia urbana. Attualmente insegna fotografia in una scuola per grafici.
Ha iniziato a fotografare nel 1950 ed ha avuto le sue prime affermazioni in concorsi fotografici per universitari a Torino. Nel 1956 s’iscrive alla Società Fotografica Subalpina. Nel 1959 con alcuni amici rilancia la Società Fotografica Novarese di cui è stato segretario e presidente nel 1962 e 1963, e poi dal 1989 al 1997.
Nel 1963 il dott. Luigi Martinengo, segretario generale della FIAF, gli affida l’incarico di vice-segretario. Nel 1968 viene eletto segretario e nel 1972 presidente nazionale, incarico che lascia nel 1993. L’assemblea lo proclama presidente onorario.
Dal 1960 al 1972 partecipa a concorsi in Italia e all’estero, per cui riceve dalla FIAP le onorificenze di AFIAP nel 1963, di EFIAP nel 1968 e di Hon.EFIAP nel 1972. La Federazione Italiana gli ha concesso l’onorificenza di “Seminatore FIAP” nel 1994.
E’ stato segretario generale e vice presidente della Federazione Internazionale nel 1976 e 1977. E’ stato promotore dell’Annuario Nazionale FIAF, che si pubblica dal 1970, e fondatore nel 1975 della rivista “Il Fotoamatore”. Ha dato vita, presso la sede di Torino, alla Fototeca Nazionale FIAF.
Ha curato la realizzazione dei volumi celebrativi dei 25 e dei 50 anni della FIAF. E’ socio onorario di molti fotoclub italiani e stranieri.